I bracciali murrina fanno parte della storia artistica veneziana nella lavorazione del vetro.
L’origine del termine “murrino” va rintracciata probabilmente nel fatto che gli antichi Romani chimavano “murrha” (con il significato di mirra per il profumo emanato) il materiale che costituiva i vasi portati a Roma da Pompeo nel 61 a.C..
Il termine vetro murrino si lega all’abate Vincenzo Zanetti. Nel 1878 l’abate definiva appunto con questo termine i vasi e le ciotole in vetro mosaico che i Romani producevano utilizzando sezioni di canna.
Ai giorni nosti, utilizzando lo stesso termine, con bracciali murrina si intendono quelli lavorati giustapponendo e saldando al calore del fuoco canne vitree di un solo colore o di colori diversi, disposte nel senso della lunghezza. In altre occasioni la fusione si ottiene con canne millefiori, ossia canne di vetro a strati concentrici dal motivo a stella o a rosetta.